[Da Gli opliti di Aristotele, 12 settembre 2023]
Non volevo mancare. Sono venuto all’ingresso del vostro primo giorno alle medie e vi ho visto entrare tutti col sorriso. È stato emozionante. A guardare nei vostri zaini sarebbe stato possibile trovarci curiosità, impazienza, sogni, e perché no, anche qualche briciola di timore, il bagaglio giusto per la nuova avventura che stava iniziando. Poi vi ho guardato varcare l’ingresso di quella scuola e mi sono sentito fiero di voi.
Ho ripensato a tutta la strada percorsa insieme e mi sono commosso. Vi ho immaginato alle prese con le novità che vi aspettano, seduti nelle vostre nuove aule, davanti a nuove sfide, nuove conoscenze e nuove relazioni. So che siete pronti. E mi piace pensarvi così: non i più brillanti in matematica o scienze, di questo non mi importa. Ma curiosi ed entusiasti, tenaci, capaci di essere voi stessi anche quando le voci intorno saranno quelle di un coro monocorde, pronti ad accogliere, a riconoscere le preziose opportunità di ricchezza insite nel concetto di diversità, disposti a prendervi delle responsabilità, riconosciuti come affidabili, in grado di scegliere non confondendo la luce delle stelle da quelle delle lampare.
Io vi ho conosciuti, ognuno nella sua originalità, ed è così che vi immagino. In qualsiasi contesto vi capiterà di essere, splendenti come succede alle persone capaci di fare la differenza.