NICOLA RAINÒ Cosa non funziona nella scuola finlandese. E che conviene sapere

[La rondine, 11 febbraio 2023]

L’interesse mediatico per i risultati straordinari della scuola in Finlandia ha facilmente valicato le Alpi, trovando una platea troppo spesso incline a celebrare quello che si fa “all’estero”. La scuola italiana è attraversata da una crisi che dura da decenni, spesso legata a scarsi finanziamenti, scarsa innovazione, problemi di sovrappopolazione nelle classi, strutture fatiscenti.

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RENATA PULEO Istruzione, il sistema sotto attacco dagli anni ‘90

«il manifesto», 19 agosto 2023

La scuola pubblica italiana è frequentata da circa 8, 5 milioni di bambini e ragazzi. Il dato andrebbe disaggregato rispetto alla frequenza nelle scuole private e parificate e andrebbe aggiunto, per avere idea del numero complessivo, quello delle creature piccole, da 0 a 5 anni (nidi, scuole dell’Infanzia). I soggetti disabili, mentre è in atto un pericoloso aumento della medicalizzazione delle difficoltà di apprendimento, sono almeno 300mila, i minori non italiani (questione dolente), sono il 10%. Questo sistema di educazione e istruzione è sotto attacco dagli anni Novanta.

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LUCA MALGIOGLIO Gli insegnanti, la riflessione pedagogica e la Pedagogia

[La letteratura e noi, 6 febbraio 2023]

Premessa

In un recente articolo, il dirigente scolastico Stefano Stefanel sostiene la tesi secondo la quale gli insegnanti rifiuterebbero la Pedagogia perché impegnati nella strenua difesa delle discipline, che conferirebbero loro un “potere” a cui non vogliono rinunciare. Questa singolare tesi, oltre a presupporre un’idea ben poco lusinghiera degli insegnanti, sembra basarsi sulla sicurezza che esista una pedagogia, incarnata ovviamente dall’autore dell’articolo e da tutti coloro che la pensano come lui: nella fattispecie, da coloro che ritengono la Pedagogia non una riflessione aperta sull’educazione, che preveda confronti e conflitti di interpretazioni, ma una scienza che conosce progressi oggettivi e dimostrabili e che procede attraverso il dato ultimo di “evidenze empiriche” indiscutibili.

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Politicamente corretto

Dante non era politicamente corretto. Dante non avrebbe detto che gli influencer con tanti follower (più dei lettori di Repubblica) sono dei cretini integrali che hanno bisogno degli insegnanti di sostegno nelle classi differenziali (abolite il secolo precedente ndr). Dante avrebbe detto che gli influencer con tanti follower sono dei cretini integrali, peccatori subumani, e meritano di sguazzare in un pantano maleodorante. Dante non ha mai avuto un retropensiero. Se Concita Di Gregorio voleva dire che è necessario ripristinare le classi differenziali perché la scuola inclusiva è fallita, doveva scrivere che è necessario ripristinare le classi differenziali perché la scuola inclusiva è fallita.

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MARTA CERÙ Le classi pollaio: quando i numeri della scuola non tornano

[MicroMega, 30 gennaio 2023]

‘Tenere’ una classe di venti persone è un obiettivo possibile. ‘Tenerne’ una di trenta diventa un’utopia, una chimera, un sogno che a noi insegnati toglie il sonno la notte.

I numeri delle classi prime, nella scuola di ogni ordine e grado, sono fissati da imposizioni del Ministero dell’Istruzione e del Merito, che sembra ignorare quanto la dispersione scolastica sia frutto anche delle cosiddette ‘classi pollaio’. Il 30 Gennaio si chiudono le iscrizioni. E lo scorso sabato mattina mi trovavo al terzo open day del Liceo Scientifico Scienze Applicate Cartesio di Roma, dove insegno matematica e fisica. Si tratta della sede distaccata dell’Istituto di Istruzione Superiore Evangelista Torricelli. Continua a leggere “MARTA CERÙ Le classi pollaio: quando i numeri della scuola non tornano”