Questo esame non mi ha fatto venire voglia di leggere Mrs Dalloway né Gita al faro di Virginia Woolf, tanto meno brani estrapolati dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio (tutta l’opera consta di 37 libri che si sono fortunatamente salvati dall’eruzione del Vesuvio), i continenti possono continuare tranquillamente ad andare alla deriva e l’agenda venti trenta sarà prorogata di dieci anni e diventerà agenda trenta quaranta e così via. Pensavo invece che si potrebbero sostituire i noiosi percorsi interdisciplinari con tutti i loro collegamenti innaturali (talvolta anche curiosi, ammettiamolo) con le carte di dixit. La, lo studente non sarebbe più costretto ad attenersi a questa specie di artificiale coerenza concettuale e potrebbe stappare la propria immaginazione: una donna con un lungo vestito rosso e dietro la luna, in realtà è il pastore errante dell’Asia che si è trasformato grazie a una magia (simile a quella che permette a Lucio di diventare asino) e provvisto di sofisticati strumenti tecnologici che ai tempi di Leopardi non esistevano è andato sulla luna, si intende perché non aveva capito quanto erano avanti i progressisti che invitava a guardare le desolate pendici del vulcano. I vulcani? Troppo scontato. È l’occasione per visitare l’altra faccia della luna, quella in ombra. E nell’ombra si possono nascondere ogni sorta di presagi, le guerre mondiali, l’orgia del potere in Sud America, la strategia della tensione, nonché la filosofia nera, il bombardamento di Guernica, le atmosfere truci dei racconti di Poe e di Stevenson
The dark side of the moon