Il riassunto di ciò che ho detto ieri a Radio Onda Rossa riguardo alla vicenda del divieto di distribuire Scomodo in un liceo di Roma, notizia che è stata pubblicata circa una settimana fa su alcuni giornali. Le motivazioni del divieto sono note e piuttosto deprimenti e non credo sia interessante tornarci sopra. Sono intervenuto perché questa vicenda mi ha suggerito due riflessioni.
La prima è che nella buona scuola 4.0 non c’è spazio per l’iniziativa degli studenti, l’agenda è piena: devono imparare a imparare con i giocattoli tecnologici (altrimenti che te li ho comprati a fare?), li obblighiamo all’alternanza scuola-lavoro sottoponendoli ai progetti più astrusi (che tanto li devono frequentare perché devono fare le ore), adesso gli mettiamo alle costole gli esperti di laboratori digitali, i tutor, gli orientatori, si presuppone che non siano capaci di orientarsi da soli, non devono esserlo (ovviamente tralascio gli aspetti politici sull’introduzione di queste figure, che investe l’assetto della scuola, il colpo finale alla scuola democratica, della collegialità). In tutto questo noi ci comportiamo esattamente come le commesse e i commessi del supermercato, recitiamo la nostra parte di agenti del marketing, gli studenti nei discorsi teorici sono protagonisti, in realtà sono clienti, devono comprare quello che gli vendiamo, possono anche cambiare di posto dentro l’aula, mettersi a semicerchio, dietro la cattedra, ma sempre l’importante è non toccare mai il quadro dei comandi: le classi devono rimanere di 30 alunni, a scadenza regolare ci sono i quiz, tante ore di pcto, tante ore di educazione civica, e state comodi, mi raccomando.
Invece, ecco la seconda riflessione, la distribuzione di Scomodo nella scuola è vietata perché è divisivo. Il comunicato di Scomodo dice ben venga che sia divisivo, non solo per vivacizzare questo ambiente scolastico con tutte queste luci stroboscopiche che invece sta diventando così monotono. Perché un dibattito con dei contenuti è la base per formare il pensiero critico (non è nell’agenda, da quanto ho capito). Invece no, anatema. Diventa un disco rotto, questo va bene, questo no perché è divisivo: salvare gli alberi va bene, la pace tanto tanto, l’aborto è divisivo. In educazione civica si parla del cambiamento climatico perché non è divisivo, si può anche inventare un’opposizione finta, serve per animare il dibattito, il debate. Sì, ma non si deve discutere di argomenti che potrebbero dividere realmente e non si deve discutere di temi proposti dagli studenti.
Entro nel merito. Nel numero 45 di Scomodo, quello che ha sollevato le critiche, c’è un’inchiesta sulla 194, che è una legge dello Stato. Non è un articolo, sono 12 articoli, tutti molto documentati, tutto questo è scomodo, la prospettiva è molto larga, si denunciano le associazioni cattoliche che speculano sulla 194 o cercano di ostacolarla ma si dà anche voce alle controparti, quelle che hanno accettato di rispondere a delle domande. È divisivo ma non è pura propaganda, è scomodo. Chi critica Scomodo potrebbe arricchirsi leggendo questi articoli.