Chiudiamo le scuole

Il titolo dell’articolo poteva essere semplicemente «Chiudiamo le scuole». Oggettivamente, la scuola fa male e la colpa è degli insegnanti: stressati dalle troppe riforme improvvisate, oppressi da un sistema insensato che li fa diventare aguzzini, insensibili ai disagi esistenziali degli studenti (per forza, sono reclutati solo in base alle competenze disciplinari), ma anche peggio, arroccati sulla didattica frontale e quindi reazionari, specie «quando stabiliscono un sistema di valutazione che non solo non è formativo ma serve a punizioni preventive ed umiliazioni gratuite». La domanda è: da quale pulpito. I Maestri di Strada, di cui fa parte Cesare Moreno, sono delle figure nobili nel campo educativo, per una serie di motivi che è superfluo enumerare. Basti dire che un Maestro di Strada, Marco Rossi-Dario, da sottosegretario dell’istruzione del ministro Profumo, ha ideato nel 2012 l’estensione della cattedra a 24 ore settimanali di lezione, riforma strutturale, non improvvisata, abortita per l’opposizione compatta di insegnanti e studenti, ugualmente disagiati. Perché i Rossi-Doria, come i Moreno, come tutti gli altri volenterosi missionari per cui un’altra scuola è possibile, ma un’altra, non lavorano fuori dalla scuola pubblica, ma contro la scuola pubblica. Che giustamente, nobilmente, vogliono correggere.