Un coro di vibrante protesta

Quando hanno introdotto il bonus per il merito non ho detto nulla, si è deciso che l’avremmo preso a rotazione, mi sembrava un buon compromesso.

Quando hanno introdotto l’alternanza scuola-lavoro ho detto che ero contrario, ma poi, ho presentato dei progetti che erano migliori degli altri, e mi sono anche fatto eleggere funzione strumentale perché potevo gestire tutta la baracca dei pcto in modo più intelligente degli altri.

Quando hanno chiuso la scuola per la pandemia ho detto che andrà tutto bene. E la dad, a conti fatti, ha dei lati positivi.

Quando hanno invaso la scuola di dispositivi digitali non ho detto niente, ho pensato che fosse stupido rinunciare a dei regali. E ho pensato che è inutile opporsi alla digitalizzazione perché non si torna indietro.

Quando hanno introdotto i tutor e gli orientatori non ho detto nulla, ho pensato che fosse un’occasione per guadagnare un po’ di quattrini con poca fatica, e siccome in questi anni siamo diventati tutti più poveri non si poteva dire di no a cuor leggero.

Quando sono piovute dal cielo le indicazioni nazionali e ho letto i nomi dei saggi che le hanno redatte mi sono indignato e ho detto colleghi è arrivato il momento di scendere in piazza e rivendicare i nostri diritti, di difendere la scuola pubblica dalla deriva liberista-nazionalista-trumpianelonmuskista, per troppo tempo siamo rimasti a guardare, mobilitiamoci.

Mentre il cuore d’Italia
Da Palermo ad Aosta
Si gonfiava in un coro
Di vibrante protesta