Da «Nero a metà» (1980)
E fermati un momento
E dimmi dove sei
Io vado controvento e so che non ti aiuterei
E prendi un po’ di pane
Però tu mi hai fatto male
E prendi anche la frutta
E nun fa niente ca si’ brutto
oןısɐ,ןןɐ ɐɯ ɐןonɔs ɐ opɐʌ uou
pagina a traffico illimitato, con facoltà di polemica, di critica, di autocritica, di didattica in presenza e in assenza, di insulti, di ritrattazioni, di sciocchezze e sciocchezzai, di scuola e scuole, buone e cattive, di temi originali e copiati, di studenti curiosi e indifferenti, autodidatti e etero didatti, di nonni geniali e zie ancora giovani (e vogliose), di bandiere al vento e mutande stese, di cani morti e gatti affamati (e assetati)
Da «Nero a metà» (1980)
E fermati un momento
E dimmi dove sei
Io vado controvento e so che non ti aiuterei
E prendi un po’ di pane
Però tu mi hai fatto male
E prendi anche la frutta
E nun fa niente ca si’ brutto
A leggere attentamente ciò che sta accadendo nel dibattito sulla scuola, è difficile non pensare che dietro alla lotta ai voti, alla trasformazione della scuola in “certificazione delle competenze” ed esposizione del proprio “capolavoro”, possa esserci un’idea subdola e molto pericolosa.
Potrebbe essere sintetizzata così: non è più l’insegnante che sa e decide quali sono le conoscenze importanti che gli studenti devono acquisire; coerentemente con ciò, non è più compito dell’insegnante quello di verificare se gli studenti possiedono o meno certe conoscenze e abilità, né quello di aiutarli in tutti i modi ad acquisirle e a rielaborarle. Semplicemente, l’insegnante deve valorizzare quello che lo studente sa (fare) già Continua a leggere “LA NOSTRA SCUOLA – ASSOCIAZIONE AGORÀ 33 Il «capolavoro», gli orientatori e la fine della scuola”
Da «Nove saggi danteschi»
Superati i cerchi dell’Inferno e le ardue terrazze del Purgatorio, Dante, nel Paradiso terrestre, incontra finalmente Beatrice; Ozanam ritiene che la scena (certo una delle più stupefacenti che la letteratura abbia prodotto) costituisca il nucleo originario della Commedia. È mio proposito riferirla, riassumere cio che dicono gli scoliasti e avanzare qualche osservazione, forse nuova, di carattere psicologico.
Continua a leggere “JORGE LUIS BORGES L’incontro in un sogno”Quello che segue è un brano di Reto U. Schneider che ho letto su un supplemento di «Internazionale» dedicato all’intelligenza artificiale.
Youwrite scrive in pochi secondi brevi testi su argomenti a scelta che spesso sono meglio di quanto ci si può aspettare dai ragazzi. Dal punto di vista degli studenti questi elaborati, al contrario della mera copiatura, hanno il vantaggio che se l’insegnante li cerca per individuare un plagio, non li troverà mai, per il semplice fatto che non sono plagi.
L’intelligenza artificiale a scuola ci sfida. Che vi piaccia o no, ci stimola a restare al passo con i tempi. Continua a leggere “Le magnifiche sorti e innovative”
In questo momento la vespa
è il nemico
uccidila
e non badare alla fine d’una specie
di strisce gialle e nere
d’ali membranose
d’ago velenoso
tutt’al più vuol dire che domani deserta
la buccia crespa delle mele mézze moriremo
dopo
meravigliosamente dopo la fine delle vespe.
Da «La festa dell’insignificanza»
«Sentirsi o non sentirsi colpevole. Secondo me, il punto è questo. La vita è una lotta di tutti contro tutti. È risaputo. Ma in una società più o meno civile come si svolge questa lotta? Non possiamo scagliarci gli uni contro gli altri non appena ci vediamo. In compenso, cerchiamo di buttare addosso agli altri l’ignominia del senso di colpa. Vincerà chi riuscirà a fare dell’altro un colpevole. Perderà chi ammetterà di aver torto. Sei in strada, immerso nei tuoi pensieri. Una ragazza che viene verso di te come non ci fosse che lei al mondo, senza guardare né a destra né a sinistra, cammina dritta per la sua strada. Vi urtate. Ed ecco il momento della verità. Chi strapazzerà l’altro, e chi si scuserà? È una situazione tipo: in realtà ciascuno dei due è al tempo stesso l’urtato e l’urtatore. Continua a leggere “MILAN KUNDERA Chi si scusa si dichiara colpevole”
Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero.
Senza seguire un piano prestabilito, ma guidata di volta in volta dalle mie inclinazioni e dal caso Continua a leggere “Elogio dell’imperfezione”
Da «La gioia di scrivere»
Dopo ogni guerra
c’è chi deve ripulire.
In fondo un po’ d’ordine
da solo non si fa.
C’è chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C’è chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere, Continua a leggere “WISŁAWA SZYMBORSKA La fine e l’inizio”
«Una vita al top» (2015)
E c’è la vecchia al bar a fare colazione con i suoi capelli blu
Con il marito e la sua coppola a guardare me operaio da lassù
Vado e gli chiedo cosa trova nel vedermi lavorare come un mulo
Mi guarda dritto dentro agli occhi e con disgusto dice: «Vattene a fanculo»
E c’è una macchina davanti a me che sembra proprio non ci sia nessuno
Ma spicca un San Gennaro appeso sul lunotto posteriore, c’è qualcuno
Guardando bene c’è un pezzetto di cappello che si vede da lontano
Mi volto a destra e il vecchio con il medio alzato va ancora più piano
«Comune-Info», 19 gennaio 2017
Che in Italia, i continui appelli alla meritocrazia non fossero altro che un ideologico feticcio usato per smantellare i diritti dei lavoratori e degli studenti avrebbe dovuto essere chiaro quasi a tutti sin da subi-to, ma si sa che non vi è peggior sordo di chi non vuole sentire e peggior cieco di chi non vuol vedere. Inoltre, indicare il dito per non guardare la luna è una tecnica di distrazione di massa sempre attuale e sempre efficace. Pertanto, per anni, il mantra del merito come panacea di tutti i mali italici è stato ripetuto, con vigore misto ad arroganza, dagli esponenti del governo, dai giornalisti e dagli intellettuali che contano perché lavorano e scrivono per testate che contano, o così almeno si dice. Continua a leggere “MATTEO SAUDINO A chi serve la scuola dell’ignoranza?”