Il ministro torna sulla vexata quaestio delle differenze salariali tra Nord e Sud. È lecito sospettare che, dati i tempi, con i tagli che continuano ad abbattersi sulla scuola (pubblica) il discorso suoni più o meno così: poiché a sud un cappuccino costa il 30 per cento in meno rispetto al Nord è corretto che un insegnante meridionale buschi un salario decurtato del superfluo 30 per cento. Ci manca solo la chiosa di Don Lorenzo: «Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra disuguali». E amen.
Succede precisamente il contrario. Il cappuccino è uno specchietto per le allodole. Il Nord ha un reddito pro capite doppio rispetto al Sud. È la logica dell’autonomia differenziata e della flat tax: ricchi più ricchi e poveri più poveri. Impastata con la logica dell’amministrazione della scuola pubblica che ci vuole tutti più poveri, mentre ci riempie le aule di PlayStation di seconda mano.