A noi piace un casino confondere le idee
Però ci piacerebbe molto di più farvi ballare, ve lo garantisco
È una questione di qualità
È una questione di qualità
È una questione di qualità
O una formalità
Non ricordo più bene, una formalità
oןısɐ,ןןɐ ɐɯ ɐןonɔs ɐ opɐʌ uou
pagina a traffico illimitato, con facoltà di polemica, di critica, di autocritica, di didattica in presenza e in assenza, di insulti, di ritrattazioni, di sciocchezze e sciocchezzai, di scuola e scuole, buone e cattive, di temi originali e copiati, di studenti curiosi e indifferenti, autodidatti e etero didatti, di nonni geniali e zie ancora giovani (e vogliose), di bandiere al vento e mutande stese, di cani morti e gatti affamati (e assetati)
A noi piace un casino confondere le idee
Però ci piacerebbe molto di più farvi ballare, ve lo garantisco
È una questione di qualità
È una questione di qualità
È una questione di qualità
O una formalità
Non ricordo più bene, una formalità
[Collettivo Le Gauche, 15 marzo 2024]
Posizionamento dell’autore
Sono un ex insegnante in pensione, con pluridecennale esperienza di formazione del personale della scuola a proposito dell’impiego di dispositivi digitali. Mi definisco ricercatore inopportuno e libero dall’opportunismo, perché non faccio sconti a nessuno e perché la mia condizione anagrafica e socio-economica mi consente di non dover rispondere a una qualche struttura di potere relativa alla logistica della conoscenza, in particolare accademia ed enti analoghi. Ho una posizione politica radicale Continua a leggere “MARCO GUASTAVIGNA Contro la deriva della digitalizzazione subordinata e subordinante”
[Doppiozero, 11 ottobre 2023]
«Sono figlio di scienziati: mio padre era un agronomo, mia madre una botanica; entrambi professori universitari. Tra i miei familiari solo gli studi scientifici erano in onore; un mio zio materno era un chimico, professore universitario, sposato a una chimica (anzi ho avuto due zii chimici sposati a due zie chimiche); mio fratello è un geologo, professore universitario. Io sono la pecora nera, l’unico letterato della famiglia». Si apre così, con un ritratto di famiglia, uno dei tanti profili biografici che Calvino ha tracciato nel corso della sua vita, presentandosi come uno di quegli errori che la natura commette quando una forma nuova e inedita si affaccia alle soglie del mondo, come uno scarto rispetto alla regola, un’accidentale deviazione di percorso. Continua a leggere “NUNZIA PALMIERI Leggere «Il sentiero dei nidi di ragno»”
Da «Madre d’inverno» (2016]
Invece sì, invece forse sì,
le poesie lo cambieranno un poco
il mondo.
Però tra tanto
tanto di quel tempo
sì me lo sento
che dalle poesie verrà un poco
di cambiamento
ma come un nevicare lento lento lento.
Da «Discorsi dell’arte poetica», Discorso secondo
Concedo io quel che vero stimo, e che molti negarebbono; cioè, che ‘l diletto sia il fine de la poesia. Concedo parimente quel che l’esperienza ci dimostra; cioè che maggior diletto rechi a’ nostri uomini il Furioso, che l’Italia liberata, o pur l’Iliade o l’Odissea. Ma nego però quel ch’è principale, e che importa tutto nel nostro proposito; cioè, che la moltitudine de le azioni sia piú atta a dilettare, che l’unità; perché se bene piú diletta il Furioso, il qual molte favole contiene, che la Italia liberata, o pur i poemi d’Omero, ch’una ne contengono; non avviene per rispetto de la unità o de la moltitudine, ma per due cagioni, le quali nulla rilevano nel nostro proposito. Continua a leggere “TORQUATO TASSO Valore del principio di unità”
La misoginia nasce in Grecia, è un fatto storico indiscutibile. E lo si vede da come le donne venivano trattate fin dall’infanzia. Allevate in casa dalle schiave, se appartenenti a una famiglia agiata, le ragazze venivano promesse in spose già da bambine e attendevano il matrimonio che, di regola, aveva luogo intorno ai loro quattordici o quindici anni e le univa a un uomo che, sempre di regola, era attorno alla trentina […]. Non ricevevano alcuna forma di educazione, né a scuola, che non frequentavano, né a casa, dove trascorrevano il tempo ad apprendere i lavori femminili. La loro vita pubblica era molto limitata. Uscivano solo per i matrimoni o le grandi cerimonie, funerali e occasioni analoghe, e […] non avevano nessun ruolo neanche nell’educazione dei figli, che era demandata al padre […]. Una volta sposata, la donna naturalmente era tenuta alla più rigorosa e assoluta fedeltà al marito, ma ovviamente non valeva il contrario.
Eva Cantarella, La misoginia nell’antica Grecia, in «Micromega», 2, 2024
«Convivio», 3
Amor che ne la mente mi ragiona
de la mia donna disiosamente,
move cose di lei meco sovente,
che lo ‘ntelletto sovr’esse disvia.
Lo suo parlar sì dolcemente sona,
che l’anima ch’ascolta e che lo sente
dice: «Oh me lassa! ch’io non son possente
di dir quel ch’odo de la donna mia!». Continua a leggere “DANTE Amor che nella mente mi ragiona”
Da «Batti il tuo tempo» (1990)
Onda rossa posse!
Batti il tuo tempo
Batti il tuo tempo
Ba-ba-ba-ba-batti il tuo tempo!
Batti il tuo tempo
Fotti il potere
Batti il tuo tempo
Perché fortyseven
Batti il tuo tempo per fottere il potere!
Batti il tuo tempo Continua a leggere “ONDA ROSSA POSSE Batti il tuo tempo”
Da La scuola e noi, 28 agosto 2023
Cari insegnanti,
mi rivolgo a voi in un momento difficile per la società italiana e per la scuola. È in corso un tentativo di imporre contenuti assurdi e impropri (Dante come fondatore della cultura di destra nel nostro paese), di subordinare sempre più la scuola alle leggi del mercato e ai bisogni della economia e anche di dividere gli insegnanti attraverso gabbie salariali che porterebbero a un conflitto fra docenti meridionali e settentrionali. Divide et impera. Si sta assistendo insomma a un vero a proprio attacco alla scuola pubblica e alla sua funzione formativa.
Anche io sono caduto nell’ecologismo in diverse occasioni. Quando insegnavo geografia ho provato a dimostrare, senza risultati, che lo sviluppo sostenibile è un ossimoro, ovvero una contraddizione terminologica. Da qualche parte conservo una mappa concettuale con gli opposti (gli sviluppisti e i fautori della decrescita) e in mezzo a una marea di freccette tutte le posizioni intermedie, tra cui gli altersviluppisti, che oggi si accompagnano a chi crede che l’educazione civica ci faccia crescere in civiltà.
Continua a leggere “Ma l’ambiente no (Educazione civica #flipped 2)”