Prof: quest’anno, come educazione civica, vorrei proporre…
Classe: qualsiasi cosa, ma non l’ambiente.
Anche io sono caduto nell’ecologismo in diverse occasioni. Quando insegnavo geografia ho provato a dimostrare, senza risultati, che lo sviluppo sostenibile è un ossimoro, ovvero una contraddizione terminologica. Da qualche parte conservo una mappa concettuale con gli opposti (gli sviluppisti e i fautori della decrescita) e in mezzo a una marea di freccette tutte le posizioni intermedie, tra cui gli altersviluppisti, che oggi si accompagnano a chi crede che l’educazione civica ci faccia crescere in civiltà.
Quando è stata introdotta l’ora di educazione civica, mi sono adeguato (rassegnato) a mettere nero su bianco anche questo complemento della programmazione. Mentre partecipavo al consiglio di classe passeggiando per il quartiere (ottemperando ai precetti dell’agenda 2030, per cui le riunioni a distanza sono «ecologiche»), alla domanda che argomento intendi svolgere ho risposto i rifiuti perché giusto in quel momento passavo vicino a dei cassonetti strabordanti di spazzatura.
Le reazioni. Appendice.
L’educazione civica è sbagliata all’origine, come è sbagliata all’origine l’educazione dell’Agenda 2030, come è sbagliata all’origine l’educazione delle «educazioni a» e dei «giorni/giornate del/della».
Riescono nel difficilissimo compito di non istruire in alcun modo sui contenuti, destoricizzandoli e pedagogizzandoli, e producendo così dei piccoli “cittadini” ignoranti, dando l’impressione però che non si senta parlare d’altro, producendo un effetto di insofferenza per le cause migliori, così che vorresti educare alla pace, e ti ritrovi gente che sbuffa a sentir parlare di pace, vuoi insegnare l’orrore dell’antisem*smo, e ti ritrovi gente che non ne può più di sentir parlare degli ebr*, vuoi educare all’ecologia, e produci piccoli negazionisti climatici in potenza.
Difficile fare peggio.
Daniele Lo Vetere
È un pomeriggio che produco minxxxate burocratiche. La prima è stata la scheda di programmazione di educazione civica, ho proseguito con la revisione delle programmazioni di dipartimento con i contenuti minimi, poi i contenuti irrinunciabili per quelli che vanno a non fare un caxxo il quarto anno all’estero, poi un paio di verbali e, infine, il fantastico format delle prove di recupero del debito, che sarà:
Domanda 1…
Domanda 2…
Domanda 3… Fino a 5, essenziale.
Lucia Donat Cattin