ATHENA FARROKHZAD La mia famiglia giunse qui con una visione marxista

Da «Suite bianca» (2013)

La mia famiglia giunse qui con una visione marxista

Mia madre riempì subito la casa di folletti ornamentali
Pesò i pro e i contro dell’albero di Natale in plastica
come se fosse problema suo

Di giorno distingueva tra vocali lunghe e brevi
come se il suono che usciva dalla sua bocca
potesse lavarle via l’olio d’oliva dalla pelle

Mia madre colava candeggina attraverso la sintassi
Dall’altro lato della punteggiatura le sillabe le divennero
più bianche di un inverno polare Continua a leggere “ATHENA FARROKHZAD La mia famiglia giunse qui con una visione marxista”

LUIGI PIRANDELLO Una mano che gira la manovella

«Quaderni di Serafino Gubbio operatore», II, 1

Soddisfo, scrivendo, a un bisogno di sfogo, prepotente. Scarico la mia professionale impassibilità e mi vendico, anche; e con me vendico tanti, condannati come me a non esser altro, che una mano che gira una manovella.
Questo doveva avvenire, e questo è finalmente avvenuto!
L’uomo che prima, poeta, deificava i suoi sentimenti e li adorava, buttati via i sentimenti, ingombro non solo inutile ma anche dannoso, e divenuto saggio e industre, s’è messo a fabbricar di ferro, d’acciajo le sue nuove divinità ed è diventato servo e schiavo di esse. Continua a leggere “LUIGI PIRANDELLO Una mano che gira la manovella”

La guerra è bella anche se fa male

Ungaretti per la quinta volta, esce ogni 5-6 anni in media, non era difficile prevederlo (io non l’ho previsto, mi sembrava scontato), se però per gli attuali governanti Generale di De Gregori inneggia alla guerra («La guerra è bella anche se fa male») ben venga anche Ungaretti che nella Grande Guerra si è arruolato volontario ed era legato da una personale amicizia al Duce. Idem Pirandello, che ha firmato il manifesto degli intellettuali fascisti.

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A

Prima lettera di ogni alfabeto che si rispetti. È la più semplice e naturale espressione degli organi vocali umani, e ha una varietà di suoni a seconda del piacere e delle esigenze del locutore. Nei trattati di logica A serve per le affermazioni e B per le negazioni: dato che le prime sono di regola menzognere, la bilancia sembrerebbe pendere in favore dell’innocenza di B se non fosse per il fatto che le negazioni sono notoriamente false.

Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo

TOMMASO CAMPANELLA A certi amici

Ben seimila anni in tutto ‘l mondo io vissi:
fede ne fan l’istorie delle genti,
ch’io manifesto agli uomini presenti
co’ libri filosofici ch’io scrissi.

E tu, marmeggio, visto ch’io mi ecclissi,
ch’io non sapessi vivere argomenti,
o ch’io fossi empio; e perché il sol non tenti,
se del Fato non puoi gli immensi abissi?

Se a’ lupi i savi, che ‘l mondo riprende,
fosser d’accordo, e’ tutto bestia fôra;
ma perché, uccisi, s’empi eran, gli onora?

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Prof, il lauro che animale è? (lezioni di letteratura italiana, aa ss 2012-2015)

La lonza che di pel maculato era coverta era macchiata. O forse leopardata?

Marcello: ma lo sa che l’Orlando Furioso è proprio fico?

Angelica è inseguita da due stalker, Rinaldo e Ferrau (senza accento sulla u).

Orlando ha sclerato.

Chiedo a una studentessa della quarta quale parte farebbe nell’Aminta.
Dice: Silvia, ma per la scena del lago voglio una controfigura. Continua a leggere “Prof, il lauro che animale è? (lezioni di letteratura italiana, aa ss 2012-2015)”

GEMMA ROMANO Dove vanno gli insegnanti d’estate?

[Il post, 8 giugno 2024]

Come sono davvero le ferie di chi insegna? Cosa facciamo quando la scuola è chiusa? Ci dissolviamo? Dormiamo? Prendiamo il sole? Come le anatre del «Giovane Holden» voliamo via? O ci porta via un furgone? Torniamo al sud a fare le olive al campo del nonno? Non sono tre mesi di ferie e insegnare non è un lavoro normale. Se il docente fosse un architetto, nel suo cantiere gli operai sarebbero sempre in rivolta. Se fosse un medico opererebbe gente non sedata e senza bisturi.

Qualcuno si chiede, fuori da ogni polemica, dove finiscono i docenti d’estate, dall’8 giugno in poi, dopo la chiusura delle lezioni per la pausa estiva. Li porta via un furgone o un vattelapesca? Migrano verso i paesi caldi? Si nascondono? Scappano col circo? Come sarebbe bello se qualcuno ci pensasse come Il giovane Holden pensava alle anatre, passando in taxi vicino al laghetto di Central Park.

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GASPARA STAMPA Rimandatemi il cor, empio tiranno

Rimandatemi il cor, empio tiranno,
ch’à si gran torto avete ed istraziate,
e di lui e di me quel proprio fate,
che le tigri e i leoni di cerva fanno.

Sono passati otto giorni, a me un anno,
ch’io non ho vostre letter od imbasciate,
contro le fè che voi m’avete date,
o fonte di valor, conte, e d’inganno.

Credete ch’io sia Ercol o Sansone,
a poter sostenere tanto dolore,
giovane e donna e fuor d’ogni ragione, Continua a leggere “GASPARA STAMPA Rimandatemi il cor, empio tiranno”

DARIO FERRARI Come in un frullatore

Da «La ricreazione è finita»

Nell’Emeroteca universitaria di Pisa, dove sono andato a consultare i giornali locali degli anni Settanta ho avuto a che fare per la prima volta con queste bobine su cui hanno riversato i vecchi giornali, per vedere le quali ti devi infilare in delle specie di cabine che assomigliano a quelle dei videogiochi arcade del secolo scorso, solo che al posto del joystick hai in mano una manovella che permette di passare da una pagina all’altra e che ogni volta che la giri emette un forte rumore di frullatore. Continua a leggere “DARIO FERRARI Come in un frullatore”