Correlativo oggettivo

Le tematiche degli Ossi di seppia vengono elaborate ed espresse mediante un linguaggio talora oscuro e di non sempre facile decifrazione. Montale paria in proposito di poetica dell’oggetto, caratterizzata dalla volontà di «esprimere l’oggetto» e «tacere l’occasione». Gli oggetti diventano, in tal modo, l’equivalente di un’emozione, di uno stato d’animo del poeta, ma che può riguardare anche il lettore. Questo procedimento coincide con la teoria del «correlativo oggettivo di Thomas Stearns Eliot (1888-1965), espressa nel 1919 in un articolo sull’Amleto di Shakespeare. Il poeta inglese scrive che l’unico modo «per esprimere un’emozione in forma d’arte consiste nel trovare un correlativo oggettivo, ossia «una serie d’oggetti, una situazione, una catena di eventi che costituiranno la formula di quella particolare emozione, cosicché, quando siano dati i fatti esterni, che devono concludersi in un’esperienza sensibile, l’emozione ne risulti immediatamente evocata». Al di là delle teorizzazioni, il procedimento può essere individuato nella pratica poetica non solo di Eliot, ma anche di un altro poeta americano contemporaneo, Ezra Pound (1885-1972), che, non a caso, con Eliot e Montale condivide la passione per Dante. Montale probabilmente entra in contatto con la poesia di Eliot tra il 1929 e il 1930 e tuttavia già negli Ossi di seppia (1925) ha trasformato gli elementi aspri e scabri del paesaggio ligure, spesso colto nelle accecanti ore meridiane, in altrettanti emblemi oggettivi della sua visione del mondo. Del resto già nell’amato Camillo Sbarbaro Montale poteva trovare oggetti – specie quelli che possono essere considerati dei «detriti» dell’esistere – e paesaggi caricati di una valenza simbolica ed evocativa. In Montale i primi di questi oggetti dal potente valore emblematico sono proprio gli «ossi di seppia» che forniscono il titolo alla raccolta del ’25: essi raffigurano la lotta delle cose e degli uomini con la natura che li riduce a scarti, a rottami, a resti, condannandoli.

Da Sergio Bologna – Patrizia Rocchi, Rosa fresca novella

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